Gallerie
Una costante che si trova nelle icone sia elaborate nell'ambiente greco come in quello slavo, è il fatto che ognuna di esse si attiene ad un tipo tradizionale, per cui il personaggio o l'episodio rappresentato è facilmente riconoscibile. In più la tradizione esige l'iscrizione con i nomi dei personaggi e il titolo dell'episodio. Questa tradizione per alcuni tipi era già fissata al tempo di Giustiniano (come nei mosaici di Santa Sofia, sec. VI), altri si vennero elaborando dopo la crisi iconoclastica (717-780 e 812-842) tenendo presenti i principi teologici stabiliti nel Concilio Ecumenico VII (Nicea, 787). La tradizione si può dire fissata nel sec. XV anche per quanto riguarda la collocazione dei singoli soggetti iconografici nell'ambito dell'edificio sacro e, nei monasteri, nel refettorio, come si può vedere nei monasteri del Monte Athos. Non si tratta infatti solo delle icone portatili, ma anche degli affreschi sulle pareti. Un'opera tardiva, Ermeneutica della pittura (JErmhneiva th'" zwgrafikh'") di Dionisio di Furnà (inizio del sec. XVIII), vuol essere una direttiva per i pittori di icone; fu redatta in base a ciò che si era praticato da secoli. Lo scopo di questo articolo è la descrizione di alcuni tipi tradizionali di icone. Si tratta di particolari delle rappresentazioni di Cristo, di Maria, di Santi, di fatti evangelici, che differiscono da quelli abituali nell'arte occidentale, oppure in questa sono sconosciuti.